In sintesi: La necessità di superare in senso microfisico e anatomico ogni concezione astratta del potere ha caratterizzato gran parte dell'opera di Michel Foucault. La sua critica del concetto di sovranità rimane un tema poco dibattuto. Questo studio tenta di colmare tale lacuna alla luce dell'esigenza di chiarire i termini di una questione, quella dei presupposti taciti di tale critica, che, a quasi trent'anni dalla scomparsa del filosofo francese, rischia di farsi ancora più oscura e sfuggente di quanto già non sia. Attraverso una metacritica della decostruzione foucaultiana della sovranità in questo studio si evidenzia come, nonostante l'indubbia forza corrosiva delle sue analisi, Foucault non sia riuscito a liberarsi completamente dall'influenza delle istanze umanistico-trascendentali da lui stesso avversate e nemmeno a dislocare la sua critica al di fuori del solco tracciato dalla scienza giuridica moderna, all'interno della quale Stato, sovranità, positività del diritto e unità del sistema giuridico appaiono legati indissolubilmente.
Recensione: Le riflessioni e le argomentazioni contenute in questo libro costituiscono una metacritica della decostruzione foucaultiana del concetto di sovranità. Foucault è sempre stato diffidente nei confronti di ogni rappresentazione astratta, ovvero umanistico
Recensione: Le riflessioni e le argomentazioni contenute in questo libro costituiscono una metacritica della decostruzione foucaultiana del concetto di sovranità. Foucault è sempre stato diffidente nei confronti di ogni rappresentazione astratta, ovvero umanistico